rosa_elefante (
rosa_elefante) wrote2010-09-15 03:50 pm
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XI
Titolo: XI
Genere: raccolta
Pairing: nessuno
Rating: safe
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono u_u
Note: dunque, come tutti (?) sanno, oggi è l'undicesimo anniversario degli Arashi. Per l'occasione, pubblico una raccolta di undici brevi 'storie', tutte dal punto di vista di Aiba, delle riflessioni sugli avvenimenti più significativi da quando è entrato nei Johnny's, sul suo rapporto con gli Arashi in generale e con i singoli membri. Alcune informazioni sono state ricavate da interviste e video, altre sono state inventate di sana pianta XD
Non starò a dilungarmi su quello che significano gli Arashi per me. Semplicemente, quello che mi è successo con loro non mi era mai successo prima. Non potrò mai benedire abbastanza il giorno in cui ho scoperto della loro esistenza.
Buon anniversario ♥
Senza alcuna ombra di dubbio, Nino fu il primo amico che si fece nell’agenzia. Forse all’inizio le cose furono un po’ forzate: dal momento che per tornare a casa prendevano lo stesso treno, si erano sentiti quasi in dovere di fare conoscenza; forse all’inizio fu solo un modo per far trascorrere più velocemente il tempo passato nel treno.
In realtà, ad Aiba piaceva molto Nino: non era altro che un monello difficile da trattare, egocentrico e fissato con i giochi. Ma anche Aiba non era un ragazzino con cui era facile stare: Nino era l’unica persona che riusciva a sopportare la sua iperattività e la sua chiassosità.
Nonostante spesso se ne lamentasse, Nino in quegli anni gli era sempre stato accanto quando ne aveva avuto bisogno, ed era sempre stato ad ascoltare le sue chiacchiere.
Spesso lo prendeva in giro dicendogli che era un “paesano”, ma Nino era andato a casa sua un’infinità di volte; solitamente passavano il tempo a giocare ai videogame che Nino si portava dietro fino a quando la madre di Aiba arrivava per sgridarli. O il boss finale, come la chiamava sempre Nino sottovoce, e lì Aiba doveva fare del suo meglio per non riderle in faccia (e venire inevitabilmente ucciso).
Quando Nino si ritrovò a fronteggiare il suo boss finale personale, Aiba era lì con lui, e fu uno dei pochissimi che potè vedere frantumarsi la maschera del ragazzo e scorgere ciò che vi era dietro. Fu lì che aveva scoperto che Nino, oltre che a essere un monello, era anche una persona fragile e dalla personalità complessa. Se da un lato gli faceva male vedere l’amico in quelle condizioni, dall’altro era felice che Nino avesse deciso di mostrargli quel lato di sé, di mostrarsi così debole e vulnerabile davanti a lui.
Nino fu la persona che gli mise in testa i primi dubbi su ciò che stava facendo ai tempi dei Juniors. Un giorno aveva espresso il suo stupore per il fatto che ci fossero persone il cui sogno era ‘diventare un idol’.
-Perché, c’è qualcuno qui dentro che non vuole esserlo?
Aveva domandato stupito; l’ultima volta che aveva controllato, il Johnny’s Jimusho era un’agenzia per idol. Nino lo aveva guardato sornione, quasi godesse per il fatto di riuscire ad essere sempre diverso dalla massa e un passo avanti a essa.
-Io, per esempio.
-E cosa vorresti fare?
-L’attore. Ma anche il regista sarebbe forte.
Era stato in quel periodo che nella mente di Nino si era iniziata a formare l’idea di mollare l’agenzia e andare a studiare in America.
-Tu invece? Che cosa vuoi diventare?
Quella volta non era stato in grado di rispondere. La domanda di Nino lo aveva posto di fronte al fatto che non aveva un sogno, un obiettivo. Semplicemente, si lasciava trasportare dal flusso, viveva alla giornata senza farsi troppe domande. Non sapeva se voleva essere un idol; ma non sapeva neppure cos’altro sarebbe potuto diventare.
Era triste, essere una persona senza sogni.
Genere: raccolta
Pairing: nessuno
Rating: safe
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono u_u
Note: dunque, come tutti (?) sanno, oggi è l'undicesimo anniversario degli Arashi. Per l'occasione, pubblico una raccolta di undici brevi 'storie', tutte dal punto di vista di Aiba, delle riflessioni sugli avvenimenti più significativi da quando è entrato nei Johnny's, sul suo rapporto con gli Arashi in generale e con i singoli membri. Alcune informazioni sono state ricavate da interviste e video, altre sono state inventate di sana pianta XD
Non starò a dilungarmi su quello che significano gli Arashi per me. Semplicemente, quello che mi è successo con loro non mi era mai successo prima. Non potrò mai benedire abbastanza il giorno in cui ho scoperto della loro esistenza.
Buon anniversario ♥
Senza alcuna ombra di dubbio, Nino fu il primo amico che si fece nell’agenzia. Forse all’inizio le cose furono un po’ forzate: dal momento che per tornare a casa prendevano lo stesso treno, si erano sentiti quasi in dovere di fare conoscenza; forse all’inizio fu solo un modo per far trascorrere più velocemente il tempo passato nel treno.
In realtà, ad Aiba piaceva molto Nino: non era altro che un monello difficile da trattare, egocentrico e fissato con i giochi. Ma anche Aiba non era un ragazzino con cui era facile stare: Nino era l’unica persona che riusciva a sopportare la sua iperattività e la sua chiassosità.
Nonostante spesso se ne lamentasse, Nino in quegli anni gli era sempre stato accanto quando ne aveva avuto bisogno, ed era sempre stato ad ascoltare le sue chiacchiere.
Spesso lo prendeva in giro dicendogli che era un “paesano”, ma Nino era andato a casa sua un’infinità di volte; solitamente passavano il tempo a giocare ai videogame che Nino si portava dietro fino a quando la madre di Aiba arrivava per sgridarli. O il boss finale, come la chiamava sempre Nino sottovoce, e lì Aiba doveva fare del suo meglio per non riderle in faccia (e venire inevitabilmente ucciso).
Quando Nino si ritrovò a fronteggiare il suo boss finale personale, Aiba era lì con lui, e fu uno dei pochissimi che potè vedere frantumarsi la maschera del ragazzo e scorgere ciò che vi era dietro. Fu lì che aveva scoperto che Nino, oltre che a essere un monello, era anche una persona fragile e dalla personalità complessa. Se da un lato gli faceva male vedere l’amico in quelle condizioni, dall’altro era felice che Nino avesse deciso di mostrargli quel lato di sé, di mostrarsi così debole e vulnerabile davanti a lui.
Nino fu la persona che gli mise in testa i primi dubbi su ciò che stava facendo ai tempi dei Juniors. Un giorno aveva espresso il suo stupore per il fatto che ci fossero persone il cui sogno era ‘diventare un idol’.
-Perché, c’è qualcuno qui dentro che non vuole esserlo?
Aveva domandato stupito; l’ultima volta che aveva controllato, il Johnny’s Jimusho era un’agenzia per idol. Nino lo aveva guardato sornione, quasi godesse per il fatto di riuscire ad essere sempre diverso dalla massa e un passo avanti a essa.
-Io, per esempio.
-E cosa vorresti fare?
-L’attore. Ma anche il regista sarebbe forte.
Era stato in quel periodo che nella mente di Nino si era iniziata a formare l’idea di mollare l’agenzia e andare a studiare in America.
-Tu invece? Che cosa vuoi diventare?
Quella volta non era stato in grado di rispondere. La domanda di Nino lo aveva posto di fronte al fatto che non aveva un sogno, un obiettivo. Semplicemente, si lasciava trasportare dal flusso, viveva alla giornata senza farsi troppe domande. Non sapeva se voleva essere un idol; ma non sapeva neppure cos’altro sarebbe potuto diventare.
Era triste, essere una persona senza sogni.
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