rosa_elefante: (Default)
rosa_elefante ([personal profile] rosa_elefante) wrote2011-04-18 10:19 pm

Fading Memories [1/4]

Titolo: Fading Memories
Rating: PG
Pairing: Ohmiya
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone nè di offenderle in alcun modo.
Note: Uhm... non ho nulla da dire, credo XD Ohmiya, per una volta, e anche abbastanza breve (4 capitoli + prologo)

 
-01. Consign to Oblivion-


-Scusi, ma... ci conosciamo?
Un gelido silenzio accolse quelle parole; e il primo a ridestarsi fu proprio Nino, accompagnando il suo intervento con un sorriso tirato e una risata nervosa:
-Ahah, molto divertente, Riida. Credi che facendo scherzi assurdi ci dimenticheremo che sei arrivato in ritardo?
-Con tutto il rispetto, potrebbe smetterla di parlarmi in modo così confidenziale?
Nino fissò il volto serio e anche un po’ seccato dell’amico: non si ricordava che Satoshi fosse così bravo a fare scherzi. Nel senso, non era mai stato proprio in grado, di farli.
-Eh? Avanti, lo scherzo è bello finché dura poco, e siamo anche in ritardo per l’intervista.
Nel parlare aveva involontariamente afferrato il braccio di Ohno all’altezza del gomito, com’era abituato a fare per spingerlo a fare qualcosa o per convincerlo di una sua idea. Era un suo modo di fare, e Ohno non aveva mai fatto storie per quei frequenti contatti fisici. Tuttavia quella volta si sottrasse alla sua presa con uno strattone, facendo poi un passo indietro per ristabilire le distanze: il tutto rivolgendogli uno sguardo a metà tra l’arrabbiato e il confuso.
Si rivolse poi agli altri tre, increduli spettatori di quella scena.
-Ragazzi, si può sapere chi è questa persona?
-Co-come ‘chi è’?- boccheggiò Aiba –è Nino. Nino, il nostro compagno.- Dal momento che non riceveva alcuna risposta, iniziò ad agitarsi –Oh, avanti, Riida, smettila di scherzare! Non fa nulla se sei arrivato in ritardo! Io lo faccio sempre!
-Non vi capisco. Siete voi che vi comportate in modo strano. Vi sto dicendo che non lo conosco!
Seguì un silenzio teso: Aiba e Jun continuavano a guardare il compagno più anziano come aspettandosi che da un momento all’altro si sarebbe messo a ridere, chiedendo scusa per lo scherzo. Per la prima volta da che Ohno era arrivato, si sentì la voce di Sho.
-Satoshi... davvero non lo conosci?
Sussurrò. Come se dirlo a voce alta avrebbe reso tutto reale.
-Ho detto di no!- esclamò quello, lieto di aver trovato una persona ragionevole.
-Ma...
Iniziò a parlare Jun, ma venne bloccato da Sho, che indicava la fronte del più grande.
-Cosa ti sei fatto?
-Oh, questo?- fece svagato sfiorandosi l’ematoma violaceo –Stanotte devo aver fatto un incubo, perché sono caduto dal letto e ho sbattuto la testa contro lo spigolo del comodino. Ecco perché sono arrivato in ritardo, cercavo di coprirlo in qualche modo- aggiunse con un sorriso imbarazzato.
-Può essere...- sussurrò Jun.
-Perdita della memoria- mormorò Nino assente.
-Mh? E comunque, Aiba-chan, che intendevi per compagno? È un tuo vecchio compagno di scuola?
-No, Ohno-kun... -  fece Jun con aria vagamente disperata.
-Compagno negli Arashi Ricordi? A.RA.SHI, A.RA.SHI, for dreaaam!- piagnucolò Aiba mimando le mosse della coreografia che ripetevano ormai da undici anni, temendo che il compagno si fosse dimenticato anche dell’esistenza del gruppo.
-Certo che mi ricordo, insomma! Solo che... siamo sempre stati in quattro, no? Perché aggiungere un nuovo membro dopo tutti questi anni? E soprattutto senza dirci niente! Non ha senso!
Dopo essersi accorto di star indicando Nino col pollice, e scambiando l’espressione sconvolta del ragazzo con una oltraggiata, si affrettò ad abbassare la mano, aggiungendo un mezzo inchino in segno di scusa per il comportamento poco educato.
Nel frattempo, Nino era rimasto immobile a osservare con sguardo vuoto quella catena di gesti formali.
-Chiedo scusa se prima non mi sono comportato bene. È solo che non ne sapevo nulla, ero sorpreso- disse con un ultimo inchino, per poi rivolgersi agli altri –Quindi l’intervista di oggi è per presentarlo, giusto? Però... Non era meglio una conferenza stampa?
Jun si lasciò cadere a peso morto sul divanetto del camerino, mettendosi le mani sul volto.
-Non posso crederci.
-Ohno-kun- iniziò Sho con aria seria, non sapendo bene quali parole utilizzare –Nino non è un nuovo membro. Gli Arashi sono sempre stato cinque...
-Eh? Che stai...
-Il livido sulla fronte- lo interruppe –Probabilmente nello sbattere la testa hai perso una parte della tua memoria, per questo non ti ricordi di lui. Dopo l’intervista ti accompagneremo dal medico, e vedremo che danni ci sono, ok?
Ohno annuì piano, con aria un po’ insicura; poi si voltò per osservare attentamente Nino: per quanto lo guardasse, era assolutamente certo di non averlo mai visto prima. Stava per dire qualcosa, quando bussarono alla porta per chiedere se erano pronti per l’intervista.
-Beh- disse Jun alzandosi dal divano –per fortuna oggi dobbiamo fare solo questo. E’ solo un’intervista, non ci saranno tanti problemi.

Come Jun aveva predetto, l’intervista si svolse senza il minimo problema, a parte per un Nino un po’ più fiacco del solito; comunque era una semplice intervista, dove non dovevano interagire granché tra di loro.
Dal giorno dopo, le cose sarebbero cambiate: avrebbero dovuto registrare le puntate dei loro programmi, essere ospiti in vari show televisivi, fare i servizi fotografici e, soprattutto, i live. Non sarebbe stato facile. Tanto più che, come aveva detto loro il medico di Ohno, non si poteva sapere quando la situazione sarebbe tornata alla normalità.
-Ohno-san è vittima di un’amnesia, o meglio, di una perdita parziale della memoria, dovuta al leggero trauma cranico causato dal colpo preso alla testa.
-Quando crede che potrà recuperarla, sensei?
Domandò Sho; l’uomo scosse la testa.
-Non c’è un periodo di tempo determinato per queste cose.
-Ma la recupererà, non è vero?- chiese Aiba con ansia, tormentandosi le mani.
-... Non mi è dato sapere neppure questo, mi dispiace. Potrebbe risolversi tutto domani, così come potrebbero volerci anni. L’importante è che non gli mettiate nessuna pressione per cercare di farlo ricordare.

Dopo la visita dal medico, Jun li aveva praticamente obbligati ad andare a casa sua; dopo averli fatti accomodare, piazzò sul tavolino di fronte a loro un computer portatile. Senza capire dove volesse andare a parare, gli altri quattro lo osservarono pigiare qualche tasto, fino ad aprire una pagina web con una lunga lista di link; osservando più attentamente, videro che il sito in cui Jun era entrato conteneva l video di tutte le puntate dei loro programmi, compresi quelli in cui erano andati come ospiti.
-JunJun, non voglio sapere quali cose ti sei messo a cercare per arrivare a questo sito... – mormorò Aiba sgomento.
-Fa silenzio.
-Ma Jun... – iniziò Sho, comprendendo le intenzioni del ragazzo –Il medico ha detto di non mettergli press...
-Lo so. Infatti non gli sto chiedendo di ricordare, ma solo di osservare e memorizzare. Non possiamo permetterci di andare in tv in queste condizioni- disse indicando Ohno e Nino, seduti alla massima distanza possibile –Tutti si accorgerebbero che c’è qualcosa che non va. Quindi, Riida, guarda bene come ti comporti nei video, e metti tutto in pratica nei prossimi giorni, ok?
Ohno si limitò ad annuire.
Il primo video era una puntata del VSArashi; Ohno osservò con attenzione la breve sigla d’apertura: Nino era letteralmente appeso al suo braccio salutando verso la telecamera, e lui lo lasciava fare con un lieve sorriso.
A quel punto, Nino si alzò per dirigersi alla porta.
-Me ne vado.
-Nino!- Aiba si alzò da terra pronto ad andargli dietro, ma Sho lo bloccò –Lascialo andare. È comprensibile che non voglia partecipare.
Il ragazzo si sedette mogio, mentre Ohno osservava con aria interrogativa la porta dalla quale Nino era appena uscito.

Se ci fu un lato positivo in quella faccenda, fu che gli Arashi si resero conto del fatto che Ohno non era solo un eccellente cantante e ballerino, ma era anche un uomo che aveva imparato a stare davanti a una telecamera.
Dopo aver passato una notte a vedere video su video, pareva che avesse assimilato tutto quando ci fosse da assimilare: aveva compreso che i fan service che doveva fare con Nino erano un po’ più ‘espliciti’ e più frequenti di quelli che doveva fare con gli altri membri. E aveva messo tutto in pratica: sfioramenti casuali, continui contatti fisici e via dicendo.
Dunque andava tutto bene: si ricordava perfettamente il modo in cui si lavorava e il ruolo che ricopriva all’interno degli Arashi; e grazie ai video di Jun sapeva anche come comportarsi con Nino quando erano in pubblico, unica parte del suo lavoro che si era dimenticato.
Piccolo particolare: una volta che le luci si spegnevano e restavano soli, il fan service finiva e Ohno tornava a non ricordarsi del compagno.
-Mah, a me continuano a sembrare troppo rigidi- decretò Jun.
Dopo le registrazioni della giornata avevano deciso di andare a cena fuori in uno dei soliti ristoranti che frequentavano dopo il lavoro, in quando garantivano una discreta privacy ed erano vicini agli studi di registrazione.
-Solo perché tu sei un perfettivo- mugugnò Aiba tra una boccata di pollo fritto e l’altra.
-Dici così solo perché sai come stanno realmente le cose- aggiunse Sho –Il pubblico non nota nulla, anzi...
Ridacchiò ricordando le esclamazioni estasiate del pubblico quando Nino si era messo di fronte a Satoshi per proteggerlo dall’ospite fintamente arrabbiato. Era positivo il fatto che anche Nino continuasse a lavorare come al solito, nonostante la difficile situazione in cui si trovava. Le cose stavano procedendo bene.
I tre dovettero interrompere il discorso non appena Ohno si risedette al tavolo, di ritorno dal bagno; ripresero a mangiare e a parlare del più e del meno, ma una persona non partecipava alla conversazione: Masaki teneva lo sguardo fisso sul quinto posto al tavolo, vuoto.
Posto che, teoricamente, sarebbe dovuto essere occupato da Nino.

Quando notò il modo in cui Aiba lo stava guardando, Nino ebbe la certezza che quella sarebbe stata una pessima giornata; tanto più che erano arrivati entrambi in anticipo, ed erano da soli in camerino.
-Uhm, Nino...
-Che vuoi?- domandò lapidario, rendendo l’altro ragazzo più titubante di quanto già non fosse.
-Come mai ieri non sei venuto a cena?
-Non mi andava.
Prese un respiro profondo. –Ultimamente non ti va mai di uscire con noi.
-E secondo te perché?- gli lanciò un’occhiata infuocata. Con tutta la tensione e la frustrazione accumulate in quei giorni, si sentiva come una bomba pronta ad esplodere. E pazienza se la vittima sarebbe stata Aiba.
-Sinceramente non ho tanta voglia di farmi trattare come un estraneo anche durante il tempo libero.
L’altro chinò lo sguardo.
-Scusami. Devi essere triste per quello che sta accadendo...
-Triste? Dove? Sono incazzato nero!- sbottò. Aiba lo guardò sorpreso, trovandolo quasi che tremava, i pugni stretti e l’autocontrollo ormai gettato via –Quell’idiota! Tra tutte...- si bloccò incerto, come se non riuscisse a continuare; chiuse gli occhi, prese un respirò tremulo –Tra tutte le cose che si poteva scordare, perché si è dimenticato proprio di me?!
Nino poteva essere anche arrabbiato, pensò Aiba, ma nei suoi occhi lucidi si poteva scorgere anche dell’altro, oltre la rabbia.
Era straziante.
-Pe-perché stai piangendo??
Aiba si toccò le guance, sorprendendosi nel trovarle bagnate; come se aver fatto quella scoperta avesse sbloccato in lui qualcosa, prese a singhiozzare come un bambino.
-Perché... è triste.
-Mas...
-Senti, lo so che è difficile per te- continuò dopo essersi asciugato il viso con il bordo della manica –però, la prossima volta che usciamo tutti insieme, potresti venire anche tu? Non è lo stesso se non ci siamo tutti e cinque...
Tirò su col naso con discrezione e annuì; in qualche modo, il sorriso che ricevette in cambio riuscì a scaldarlo e a fargli credere per un istante che tutto andasse bene.

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