Hime sì, Homo no! [3/3]
Jun. 23rd, 2010 12:19 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Hime sì, Homo no!
Fandom: Arashi
Genere: demenziale? privo di senso?
Rating: PG-13
Disclaimer: no, non mi appartengono, ma sono di un vecchiaccio che si fa chiamare Johnny
Note: diciamo che l'intera cosa è partita da questa domanda: come reagirebbero gli Arashi se sapessero cosa scrivono su di loro le fangirl? Poi il tutto è un po' degenerato, e questo è il risultato. Ah, e io sono ironica, eh. Sono la prima che scrive una marea di porcate su di loro ^^
Qualunque persona normale, con la mole di lavoro che dovevano sopportare gli Arashi, si sarebbe addormentata non appena posata la testa sul cuscino. Anzi, appena poggiato il sedere su una sedia.
Ma non si parla di una persona normale, no. Si parla di colui che diede un nome a un boa di struzzo usato durante un concerto, di colui che inventò la famosa danza-del-mollusco, di colui che parla con il microonde facendo finta che sia il suo futuro figlio. Parliamo dell’individuo che ha sempre l’ultima parola sui costumi usati dagli Arashi durante i concerti. E questo dice tutto.
Insomma, si parla di Jun Matsumoto. Tale persona, da buona principessa psicolabile del terzo millennio, soffriva d’insonnia. Quindi, quella notte, come tutte le notti, no, non cercava di conquistare il mondo, bensì vagava senza meta nell’hotel dove lui e i suoi compagni alloggiavano. Finchè, arrivato nella hall deserta, trovò una faccia amica... vabbè, trovò Aiba. Il quale non lo accolse rumorosamente e fastidiosamente come suo solito, in quanto assorto davanti allo schermo di un computer portatile. Infine, sentiti i passi, alzò la testa dallo schermo.
Quando vide Aiba farsela addosso nel trovarselo davanti, ebbe la sensazione che ci fosse qualcosa di strano. Quando poi spostò il computer in modo che lui non ne potesse vedere lo schermo, capì che Aiba gli stava nascondendo qualcosa. E quel computer gli avrebbe svelato tutte le macchinazioni di quell’infida creatura, serpe che lui aveva covato nel suo seno e che ora rideva di lui alle sue spalle, tramando di tagliargli i capelli nel sonno. Per quello la notte non dormiva: aveva paura di risvegliarsi senza più un capello sulla testa.
-Aiba, che nascondi?
Il ragazzo sobbalzò colto alla sprovvista.
-Così diretto, Jun-pon... non dovresti girare un po’ intorno all’argomento? Tipo potresti chiedermi come mai sono sveglio, se non riesco a dormire, o magari una frase di circostanza sul lavoro svolto oggi, oppure...
-Mi vuoi dire che nascondi?
Fece l’altro spazientendosi; Aiba sospirò, più per prendere tempo che per altro. Come poteva dirgli cosa stava facendo al computer? O forse... era più che certo che i suoi compagni non fossero ancora riusciti a vincere la gara. Questo perché di sicuro avevano usato deboli mezzucci, per non far capire a Jun quali fossero le loro intenzioni. Ma lui, usando il metodo diretto, avrebbe vinto! Non a caso lo chiamavano Miracle Boy.
Con un gesto veloce, girò il portatile in modo da far vedere al compagno lo schermo illuminato.
-Leggo.
-Oh.- si era sbagliato, non stava ridendo di lui alle sue spalle. Semplicemente leggeva... per quanto strano potesse sembrare. –Cosa leggi?
-... fan fiction.
-Eh?
-Fan fiction.
-E che diavolo è? Il titolo di un libro?
-No. Sono racconti scritti da ammiratori.
-Di chi?
-Beh, nel caso di quelle che sto leggendo io... ammiratori degli Arashi!
Fece entusiasta gesticolando in direzione dello schermo. Jun intanto lo guardava perplesso.
-Mi stai dicendo che c’è della gente che scrive delle storie su noi cinque?
-Esattamente! E devo dire che sei piuttosto gettonato come protagonista, sai?
-Beh, mi sembra ovvio.- fece, abbastanza compiaciuto.
-Già! Guarda qui, per esempio!
Dopo un paio di click, comparve un lungo testo davanti ai suoi occhi. Lesse la prima frase che gli capitò sotto gli occhi.
Le calde braccia del più giovane si strinsero attorno a lui in modo deciso ma amorevole, e Satoshi si lasciò sfuggire un sospiro estatico. Jun era finalmente lì con lui e non se ne sarebbe mai più andato.
Come a confermare il suo pensiero, Jun avvicinò la bocca al suo orecchio.
-Ti amo.
Sussurrò dolcem
-C-c-c-che diavolo è sta roba????- sbottò Jun, o meglio: rantolò con voce stranamente acuta, immerso nello sforzo di trattenere un violento conato di vomito.
-Te l’ho detto, è una fan fiction.
Rispose Aiba chinando la testa verso il basso, tentando invano di reprimere una risata quasi isterica alla vista del volto del ragazzo deformato da quel che poteva definirsi solo panico.
-E dovresti essere contento, parla di te e del nostro amato Riida.- aggiunse solerte.
-Non è vero!- ringhiò Jun, recuperando un minimo di autocontrollo. –Quello non sono io! Ti pare che io sussurri dolcemente? A Ohno poi!
-Beh, è licenza poetica. E poi molte persone sono convinte che tu lo faccia davvero, in privato. Comunque, questa qui è solo una storia scritta da un tua ammiratrice.
-Quella non è una mia ammiratrice. Quella mi odia a morte.- obiettò sdegnoso, rabbrividendo al ricordo del caldo abbraccio e del ti amo sussurrato dolcemente.
-Comunque, non mi interessa questa roba ridicola.- aggiunse con aria indifferente, voltando le spalle per andarsene. –Gente che mi rifila a Ohno, poi, è proprio stu...
-Non solo a Oh-chan – buttò lì con noncuranza; i suoi occhi brillarono quando Jun si bloccò di scatto, tornando a girare lentamente la testa all’indietro.
-Cosa intendi dire?- chiese freddamente.
Aiba scrollò il capo, facendo ondeggiare i capelli.
-Alle fan piace far nascere amori tra i loro idoli. Pensa che – risatina divertita – alcune ventilano una relazione tra me e Sho-chan- scosse la testa con rimprovero.
-E io...?
-Tu sei molto diffuso. Alcuni ti mettono con Nino, con Sho-chan... addirittura con me.- terminò con un sorriso candido, mentre Jun arricciava il naso con disgusto. –Ma non si limitano a noi, no no.
Jun deglutì vigorosamente, cercando di mantenere un fare compassato, ma un leggero rivolo di sudore gl’imperlava la fronte.
-Che vuoi dire?
-Beh, talvolta vieni messo in coppia con membri di altri gruppi come, che so, Yamapi, o Akanishi-kun.
-A-Akanishi? Ma se in tv non facciamo che scannarci o mandarci frecciatine!
-Alle fan piace immaginare di far nascere l’amore tra coloro che si odiano di più. Hai presente, l’amore nato dall’odio e così via.- scosse la mano con noncuranza. –ma ammetto che questi sono fenomeni più di nicchia. Il grande filone, quello che conta seguaci in ogni dove, è l’amore tra noi Arashi. Nino e Oh-chan sono i più famosi, senza dubbio. Ma anche tu sei messo bene...- aggiunse con un sorriso furbo; Jun borbottò distrattamente qualcosa come ‘è una follia’ mentre si asciugava la fronte madida di sudore.
-Non capisco come si possa anche solo pensare che io...
-Molti pensano che tu provi dell’amore per un qualsiasi membro degli Arashi. E francamente, dopo un’attenta analisi delle motivazioni addotte comincio io stesso a domandarmi se non sia vero, Jun-pon... c’è qualcosa che ci nascondi?
Jun osservò per qualche istante la faccia da schiaffi del ragazzo di fronte a lui; chissà perché, gli vennero alla mente le facce di Sho e Nino che lo invitavano fuori con delle ragazze, e subito dopo pensò anche alla faccia di Ohno e alle sue inquietanti domande. E tutto fu chiaro.
-Tu......hai messo qualche idea strana in testa agli altri, vero? Tipo che io sono gay o qualcosa del genere?
Aiba assunse un’espressione colpevole, subito sostituita da una offesa.
-Ti sembro il tipo?
-Tutti e tre si sono comportati in modo davvero strano, oggi... sei stato tu, vero?
-... potrei aver espresso la mia opinione a riguardo...
La principessa degli Arashi guardò con occhi allucinati il computer sul tavolino di fronte ad Aiba.
-è quello vero? È quell’ordigno infernale che ti ha messo in testa queste idee oscene, dico bene?
Aiba non potè fare a meno di restare in silenzio mentre il suo computer di ultima generazione veniva lanciato contro il muro da una principessa alquanto incazzata.
Mattina dopo.
-Insomma, non posso davvero credere che sto quasi dando ragione a quell’idiota, ma Jun ieri sera mi ha fatto venire qualche dubbio...
Borbottò Nino; Sho annuì, per poi rivolgersi a Ohno.
-A te com’è sembrato?
-Continuava a eludere le domande, di certo nasconde qualcosa.
Affermò il più anziano con aria seria. Tutti e tre si girarono non appena un Aiba dall’aria mesta fece il suo ingresso nel camerino.
-Aiba-chan, tu hai già tentato?
Chiese Ohno curioso; nutriva una grande fiducia nelle capacità di Aiba. Il ragazzo in questione mugolò qualcosa, e gli altri presero la sua risposta come un sì.
-Non è andata bene, eh?- fece Sho comprensivo –stavo pensando di lasciar perdere la gara e di unire le forze, così...
-NO!- urlò Aiba, aggrappandosi al suo braccio, gli occhi allucinati –Per l’amor del cielo NO! Lasciate perdere, ok? Mi sono totalmente sbagliato.
-Eh? Prima ci fai venire il dubbio e poi ti ritiri?
Si lamentò Nino.
-Voi... non avete idea...
Gli altri tre attesero che Aiba continuasse e spiegasse cosa gli avesse fatto cambiare idea, quando la porta si aprì ed entrò un radioso Jun , privo di occhiaie e al settimo cielo, perché quel giorno non pioveva e i suoi capelli erano in ordine.
Tutto sembrava normale, e stavano iniziando a pensare che le condizioni mentali di Aiba fossero peggiorate, quando Jun salutò Aiba. Con un sorriso così smagliante, così brillante, così terrificante, che capirono.
E abbandonarono ogni proposito di scoprire la verità.
D’altronde, era davvero affar loro quello che faceva Jun sotto le coperte?
EXTRA (perché il germe del Sakuraiba si annida in ogni dove e Ohno non ha ancora trovato risposta alle sue domande esistenziali).
Ohno non era contento. Era dal giorno prima che un dubbio atroce gli rodeva il fegato, e voleva avere una risposta alle sue domande. Purtroppo, quel giorno Aiba non sembrava di buon umore, mentre cercava di riaccendere un computer portatile che sembrava esser stato calpestato da un elefante; quindi l’unica persona che poteva soddisfare la sua curiosità era Sho.
Decise che interromperlo mentre leggeva uno dei sette giornali della mattina non sarebbe stato un grave peccato. E anche se lo fosse stato, era per un bene superiore, che diamine.
-Sho-kun? Hai un momento?
Sho posò il giornale.
-Certo, dimmi.
-Ecco... è da quando ho parlato con Jun-kun che ho un dubbio. Gli ho fatto delle domande riguardo all’affetto, ma lui non mi ha risposto, quindi ho pensato di chiedere a te.
Sho annuì con aria evidentemente imbarazzata, mentre Ohno tirava fuori un vocabolario e gli leggeva la definizione di ‘affetto’.
-I miei dubbi riguardano il modo in cui l’affetto si dimostra.
-Senti, Riida, non credo davvero di essere la persona più adatta... perché non chiedi a una donna? Sono sicuro che..
Ohno lo interruppe scuotendo la testa.
-Io voglio solo sapere se bisogna essere nudi per dimostrarsi l’affetto.
-N-nudi?- osservò Sho, spiazzato. Ora quella come gli era uscita? Quale percorso mentale malato e perverso aveva fatto la sua testa bacata e ammorbata dalle troppe letture? – E perché bisognerebbe essere nudi?
-Tu e Aiba-chan lo fate.
-Cosa?
-Sì, quando siete soli nei camerini o condividete le stanze degli alberghi. State nudi e fate strani movimenti, come se foste in preda alle convulsioni. Però non vedo mai il tuo pene, sei sicuro di esserne provv...
-Riida.
-Sì, Sho-kun?
-Sai cosa vuol dire ‘privacy’?
-Diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata. – recitò – Perché?
-Perché faro in modo che tu comprenda perfettamente il senso di tale definizione.
Fandom: Arashi
Genere: demenziale? privo di senso?
Rating: PG-13
Disclaimer: no, non mi appartengono, ma sono di un vecchiaccio che si fa chiamare Johnny
Note: diciamo che l'intera cosa è partita da questa domanda: come reagirebbero gli Arashi se sapessero cosa scrivono su di loro le fangirl? Poi il tutto è un po' degenerato, e questo è il risultato. Ah, e io sono ironica, eh. Sono la prima che scrive una marea di porcate su di loro ^^
Qualunque persona normale, con la mole di lavoro che dovevano sopportare gli Arashi, si sarebbe addormentata non appena posata la testa sul cuscino. Anzi, appena poggiato il sedere su una sedia.
Ma non si parla di una persona normale, no. Si parla di colui che diede un nome a un boa di struzzo usato durante un concerto, di colui che inventò la famosa danza-del-mollusco, di colui che parla con il microonde facendo finta che sia il suo futuro figlio. Parliamo dell’individuo che ha sempre l’ultima parola sui costumi usati dagli Arashi durante i concerti. E questo dice tutto.
Insomma, si parla di Jun Matsumoto. Tale persona, da buona principessa psicolabile del terzo millennio, soffriva d’insonnia. Quindi, quella notte, come tutte le notti, no, non cercava di conquistare il mondo, bensì vagava senza meta nell’hotel dove lui e i suoi compagni alloggiavano. Finchè, arrivato nella hall deserta, trovò una faccia amica... vabbè, trovò Aiba. Il quale non lo accolse rumorosamente e fastidiosamente come suo solito, in quanto assorto davanti allo schermo di un computer portatile. Infine, sentiti i passi, alzò la testa dallo schermo.
Quando vide Aiba farsela addosso nel trovarselo davanti, ebbe la sensazione che ci fosse qualcosa di strano. Quando poi spostò il computer in modo che lui non ne potesse vedere lo schermo, capì che Aiba gli stava nascondendo qualcosa. E quel computer gli avrebbe svelato tutte le macchinazioni di quell’infida creatura, serpe che lui aveva covato nel suo seno e che ora rideva di lui alle sue spalle, tramando di tagliargli i capelli nel sonno. Per quello la notte non dormiva: aveva paura di risvegliarsi senza più un capello sulla testa.
-Aiba, che nascondi?
Il ragazzo sobbalzò colto alla sprovvista.
-Così diretto, Jun-pon... non dovresti girare un po’ intorno all’argomento? Tipo potresti chiedermi come mai sono sveglio, se non riesco a dormire, o magari una frase di circostanza sul lavoro svolto oggi, oppure...
-Mi vuoi dire che nascondi?
Fece l’altro spazientendosi; Aiba sospirò, più per prendere tempo che per altro. Come poteva dirgli cosa stava facendo al computer? O forse... era più che certo che i suoi compagni non fossero ancora riusciti a vincere la gara. Questo perché di sicuro avevano usato deboli mezzucci, per non far capire a Jun quali fossero le loro intenzioni. Ma lui, usando il metodo diretto, avrebbe vinto! Non a caso lo chiamavano Miracle Boy.
Con un gesto veloce, girò il portatile in modo da far vedere al compagno lo schermo illuminato.
-Leggo.
-Oh.- si era sbagliato, non stava ridendo di lui alle sue spalle. Semplicemente leggeva... per quanto strano potesse sembrare. –Cosa leggi?
-... fan fiction.
-Eh?
-Fan fiction.
-E che diavolo è? Il titolo di un libro?
-No. Sono racconti scritti da ammiratori.
-Di chi?
-Beh, nel caso di quelle che sto leggendo io... ammiratori degli Arashi!
Fece entusiasta gesticolando in direzione dello schermo. Jun intanto lo guardava perplesso.
-Mi stai dicendo che c’è della gente che scrive delle storie su noi cinque?
-Esattamente! E devo dire che sei piuttosto gettonato come protagonista, sai?
-Beh, mi sembra ovvio.- fece, abbastanza compiaciuto.
-Già! Guarda qui, per esempio!
Dopo un paio di click, comparve un lungo testo davanti ai suoi occhi. Lesse la prima frase che gli capitò sotto gli occhi.
Le calde braccia del più giovane si strinsero attorno a lui in modo deciso ma amorevole, e Satoshi si lasciò sfuggire un sospiro estatico. Jun era finalmente lì con lui e non se ne sarebbe mai più andato.
Come a confermare il suo pensiero, Jun avvicinò la bocca al suo orecchio.
-Ti amo.
Sussurrò dolcem
-C-c-c-che diavolo è sta roba????- sbottò Jun, o meglio: rantolò con voce stranamente acuta, immerso nello sforzo di trattenere un violento conato di vomito.
-Te l’ho detto, è una fan fiction.
Rispose Aiba chinando la testa verso il basso, tentando invano di reprimere una risata quasi isterica alla vista del volto del ragazzo deformato da quel che poteva definirsi solo panico.
-E dovresti essere contento, parla di te e del nostro amato Riida.- aggiunse solerte.
-Non è vero!- ringhiò Jun, recuperando un minimo di autocontrollo. –Quello non sono io! Ti pare che io sussurri dolcemente? A Ohno poi!
-Beh, è licenza poetica. E poi molte persone sono convinte che tu lo faccia davvero, in privato. Comunque, questa qui è solo una storia scritta da un tua ammiratrice.
-Quella non è una mia ammiratrice. Quella mi odia a morte.- obiettò sdegnoso, rabbrividendo al ricordo del caldo abbraccio e del ti amo sussurrato dolcemente.
-Comunque, non mi interessa questa roba ridicola.- aggiunse con aria indifferente, voltando le spalle per andarsene. –Gente che mi rifila a Ohno, poi, è proprio stu...
-Non solo a Oh-chan – buttò lì con noncuranza; i suoi occhi brillarono quando Jun si bloccò di scatto, tornando a girare lentamente la testa all’indietro.
-Cosa intendi dire?- chiese freddamente.
Aiba scrollò il capo, facendo ondeggiare i capelli.
-Alle fan piace far nascere amori tra i loro idoli. Pensa che – risatina divertita – alcune ventilano una relazione tra me e Sho-chan- scosse la testa con rimprovero.
-E io...?
-Tu sei molto diffuso. Alcuni ti mettono con Nino, con Sho-chan... addirittura con me.- terminò con un sorriso candido, mentre Jun arricciava il naso con disgusto. –Ma non si limitano a noi, no no.
Jun deglutì vigorosamente, cercando di mantenere un fare compassato, ma un leggero rivolo di sudore gl’imperlava la fronte.
-Che vuoi dire?
-Beh, talvolta vieni messo in coppia con membri di altri gruppi come, che so, Yamapi, o Akanishi-kun.
-A-Akanishi? Ma se in tv non facciamo che scannarci o mandarci frecciatine!
-Alle fan piace immaginare di far nascere l’amore tra coloro che si odiano di più. Hai presente, l’amore nato dall’odio e così via.- scosse la mano con noncuranza. –ma ammetto che questi sono fenomeni più di nicchia. Il grande filone, quello che conta seguaci in ogni dove, è l’amore tra noi Arashi. Nino e Oh-chan sono i più famosi, senza dubbio. Ma anche tu sei messo bene...- aggiunse con un sorriso furbo; Jun borbottò distrattamente qualcosa come ‘è una follia’ mentre si asciugava la fronte madida di sudore.
-Non capisco come si possa anche solo pensare che io...
-Molti pensano che tu provi dell’amore per un qualsiasi membro degli Arashi. E francamente, dopo un’attenta analisi delle motivazioni addotte comincio io stesso a domandarmi se non sia vero, Jun-pon... c’è qualcosa che ci nascondi?
Jun osservò per qualche istante la faccia da schiaffi del ragazzo di fronte a lui; chissà perché, gli vennero alla mente le facce di Sho e Nino che lo invitavano fuori con delle ragazze, e subito dopo pensò anche alla faccia di Ohno e alle sue inquietanti domande. E tutto fu chiaro.
-Tu......hai messo qualche idea strana in testa agli altri, vero? Tipo che io sono gay o qualcosa del genere?
Aiba assunse un’espressione colpevole, subito sostituita da una offesa.
-Ti sembro il tipo?
-Tutti e tre si sono comportati in modo davvero strano, oggi... sei stato tu, vero?
-... potrei aver espresso la mia opinione a riguardo...
La principessa degli Arashi guardò con occhi allucinati il computer sul tavolino di fronte ad Aiba.
-è quello vero? È quell’ordigno infernale che ti ha messo in testa queste idee oscene, dico bene?
Aiba non potè fare a meno di restare in silenzio mentre il suo computer di ultima generazione veniva lanciato contro il muro da una principessa alquanto incazzata.
Mattina dopo.
-Insomma, non posso davvero credere che sto quasi dando ragione a quell’idiota, ma Jun ieri sera mi ha fatto venire qualche dubbio...
Borbottò Nino; Sho annuì, per poi rivolgersi a Ohno.
-A te com’è sembrato?
-Continuava a eludere le domande, di certo nasconde qualcosa.
Affermò il più anziano con aria seria. Tutti e tre si girarono non appena un Aiba dall’aria mesta fece il suo ingresso nel camerino.
-Aiba-chan, tu hai già tentato?
Chiese Ohno curioso; nutriva una grande fiducia nelle capacità di Aiba. Il ragazzo in questione mugolò qualcosa, e gli altri presero la sua risposta come un sì.
-Non è andata bene, eh?- fece Sho comprensivo –stavo pensando di lasciar perdere la gara e di unire le forze, così...
-NO!- urlò Aiba, aggrappandosi al suo braccio, gli occhi allucinati –Per l’amor del cielo NO! Lasciate perdere, ok? Mi sono totalmente sbagliato.
-Eh? Prima ci fai venire il dubbio e poi ti ritiri?
Si lamentò Nino.
-Voi... non avete idea...
Gli altri tre attesero che Aiba continuasse e spiegasse cosa gli avesse fatto cambiare idea, quando la porta si aprì ed entrò un radioso Jun , privo di occhiaie e al settimo cielo, perché quel giorno non pioveva e i suoi capelli erano in ordine.
Tutto sembrava normale, e stavano iniziando a pensare che le condizioni mentali di Aiba fossero peggiorate, quando Jun salutò Aiba. Con un sorriso così smagliante, così brillante, così terrificante, che capirono.
E abbandonarono ogni proposito di scoprire la verità.
D’altronde, era davvero affar loro quello che faceva Jun sotto le coperte?
EXTRA (perché il germe del Sakuraiba si annida in ogni dove e Ohno non ha ancora trovato risposta alle sue domande esistenziali).
Ohno non era contento. Era dal giorno prima che un dubbio atroce gli rodeva il fegato, e voleva avere una risposta alle sue domande. Purtroppo, quel giorno Aiba non sembrava di buon umore, mentre cercava di riaccendere un computer portatile che sembrava esser stato calpestato da un elefante; quindi l’unica persona che poteva soddisfare la sua curiosità era Sho.
Decise che interromperlo mentre leggeva uno dei sette giornali della mattina non sarebbe stato un grave peccato. E anche se lo fosse stato, era per un bene superiore, che diamine.
-Sho-kun? Hai un momento?
Sho posò il giornale.
-Certo, dimmi.
-Ecco... è da quando ho parlato con Jun-kun che ho un dubbio. Gli ho fatto delle domande riguardo all’affetto, ma lui non mi ha risposto, quindi ho pensato di chiedere a te.
Sho annuì con aria evidentemente imbarazzata, mentre Ohno tirava fuori un vocabolario e gli leggeva la definizione di ‘affetto’.
-I miei dubbi riguardano il modo in cui l’affetto si dimostra.
-Senti, Riida, non credo davvero di essere la persona più adatta... perché non chiedi a una donna? Sono sicuro che..
Ohno lo interruppe scuotendo la testa.
-Io voglio solo sapere se bisogna essere nudi per dimostrarsi l’affetto.
-N-nudi?- osservò Sho, spiazzato. Ora quella come gli era uscita? Quale percorso mentale malato e perverso aveva fatto la sua testa bacata e ammorbata dalle troppe letture? – E perché bisognerebbe essere nudi?
-Tu e Aiba-chan lo fate.
-Cosa?
-Sì, quando siete soli nei camerini o condividete le stanze degli alberghi. State nudi e fate strani movimenti, come se foste in preda alle convulsioni. Però non vedo mai il tuo pene, sei sicuro di esserne provv...
-Riida.
-Sì, Sho-kun?
-Sai cosa vuol dire ‘privacy’?
-Diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata. – recitò – Perché?
-Perché faro in modo che tu comprenda perfettamente il senso di tale definizione.
no subject
Date: 2010-06-23 03:01 pm (UTC)e Satoshi è un guardone! anche se non sa di esserlo! poveri i nostri Sakuraiba... anche loro vogliono un pò di privacy u.u
no subject
Date: 2010-06-23 04:02 pm (UTC)no subject
Date: 2010-06-23 10:44 pm (UTC)però nn si è capito come mai jun nn vuole uscire con le ragazze...o sono io che nella mia demenza mi sn persa un passaggio?O__O
speravo che nino se ne uscisse con qlke grezzata anche in quest'ultimo stuzzo, peccato XD
cmq il tuo stile "demenza pura" mi piace tantissimo, scorre che è una bellezza!^__^
no subject
Date: 2010-06-24 12:49 pm (UTC)Se invece ti stai chiedendo perchè non abbia accettato la proposta di Sho e Nino, è semplicemente perchè era troppo stressato per i capelli e le occhiaie e non era in vena :)
no subject
Date: 2010-06-24 02:13 pm (UTC)E riida è un guardone XDDDDDD però mi fa morire XDDDDDDDDDD
no subject
Date: 2010-06-25 01:48 pm (UTC)no subject
Date: 2010-06-25 09:45 am (UTC)no subject
Date: 2010-06-25 01:49 pm (UTC)Uhm, non so cosa preferirebbe.... morire o finire a letto con tutti i suoi compagni a turno (ma anche tutti insieme?)
Aibuccio era tanto convinto della sua idea, ma il risultato non è stato dei migliori, povero XD
no subject
Date: 2010-06-25 01:33 pm (UTC)no subject
Date: 2010-06-25 01:50 pm (UTC)Toshi non capisce! anche se se li ritrova davanti agli occhi XDD è fuori dal mondo