XI

Sep. 15th, 2010 03:53 pm
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Titolo: XI
Genere: raccolta
Pairing: nessuno
Rating: safe
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono u_u
Note: dunque, come tutti (?) sanno, oggi è l'undicesimo anniversario degli Arashi. Per l'occasione, pubblico una raccolta di undici brevi 'storie', tutte dal punto di vista di Aiba, delle riflessioni sugli avvenimenti più significativi da quando è entrato nei Johnny's, sul suo rapporto con gli Arashi in generale e con i singoli membri. Alcune informazioni sono state ricavate da interviste e video, altre sono state inventate di sana pianta XD

Non starò a dilungarmi su quello che significano gli Arashi per me. Semplicemente, quello che mi è successo con loro non mi era mai successo prima. Non potrò mai benedire abbastanza il giorno in cui ho scoperto della loro esistenza.
Buon anniversario ♥

-Hai un passaporto valido?
Spesso si era chiesto che ne sarebbe stato della sua vita se avesse risposto di no a quella domanda. A distanza di anni, aveva ancora impresso nella memoria il giorno in cui li avevano riuniti in una stanza e Kitagawa aveva annunciato che da quel momento sarebbero stati gli Arashi.
Sebbene avesse lavorato tanto tempo nel Johnny’s Jimusho, l’idea del proprio debutto non lo aveva mai minimamente sfiorato. Tanto che all’inizio era stato tentato di chiedere ‘Siete sicuri che ci sia anche il mio nome nella lista?’.
Era sorpreso, confuso, emozionato e terrorizzato. Era consapevole del fatto che, con il debutto, il suo lavoro sarebbe cambiato, ma non sapeva bene come. Cosa si aspettavano che facesse? Se sperava che i suoi superiori gli dessero delle direttive precise che diminuissero i suoi dubbi, si sbagliava di grosso; solo dopo molti mesi gli Arashi riuscirono a uscire dalle tenebre in cui brancolavano.
Se da un lato si sentiva felice e sollevato per il fatto che sia Jun che Nino fossero con lui negli Arashi, dall’altro era dispiaciuto per l’assenza del quarto membro dei M.A.I.N., Toma. In compenso, al suo posto c’erano due ragazzi con i quali non aveva mai parlato, ma che erano discretamente famosi tra i Juniors.
Sakurai Sho era famoso per essere il primo idol della storia intenzionato a iscriversi all’università; Aiba pensava che non potessero esistere due persone più più diverse di loro due, e guardava a lui con assoluto stupore: tralasciando il fatto che non capiva come a qualcuno potesse piacere lo studio (suo nemico da tanti anni), non aveva idea di come il ragazzo si sarebbe destreggiato tra impegni lavorativi e impegni scolastici. Si mormorava addirittura che, da Junior, avesse perso occasioni molto importanti perché metteva sempre la scuola al primo posto, gite comprese.
Inizialmente, quando ancora gli Arashi non avevano ingranato, quando ai concerti la metà dei posti era vuota, Aiba era solito pensare a Sho come a un egoista: il gruppo non andava bene e lui moltiplicava le sue assenza e i suoi ritardi per gli impegni universitari.
Sho era diverso non solo da lui, ma da tutti loro; troppo diverso. Non era tagliato per fare l’idol, e Aiba non capiva perché semplicemente non mollasse tutto.
Solo dopo un po’ di tempo tali sentimenti si trasformarono nella più totale ammirazione.
Infine c’era Ohno Satoshi. Nonostante Aiba non ci avesse mai parlato in prima persona, l’aveva visto spesso nella sala prove, e le storie che circolavano sul suo conto erano infinite e, per la maggior parte, assurde. Ohno era noto per essere il ragazzo baciato dal talento: juniors e insegnanti riconoscevano che era il miglior ballerino dell’agenzia e una delle migliori voci. Ma Ohno non era famoso solo per la sua abilità, ma anche per il suo modo di fare... particolare.
Non aveva fatto il liceo, e secondo molti non era granché interessato al mondo dello spettacolo: non era chiaro se i suoi sogni per l’avvenire riguardassero un conbini o un host club. Ultimamente girava voce che volesse lasciare l’agenzia per dedicarsi all’arte.
Ai suoi occhi, Ohno era il senpai bravissimo a ballare che riusciva a trattare coreografi, insegnanti e lo stesso Johnny come fossero suoi pari. Lo considerava come una figura lontana e incomprensibile.
In seguito, Aiba scoprì che, il giorno in cui tutto era iniziato, ognuno di loro pensava a cose diverse: c’era chi voleva uccidere Johnny perché gli stava stroncando i sogni per l’avvenire, chi non ne poteva più e voleva già andarsene, e chi era terrorizzato ed emozionato insieme. I loro pensieri erano diversi, loro erano diversi l’uno dall’altro, e Aiba si chiedeva spesso quali criteri avessero usato per formare il gruppo.
Ovviamente il futuro aveva dato ragione a Kitagawa, ma in effetti già dal primo giorno, la vecchia volpe era riuscita a unirli in qualcosa; nonostante ognuno pensasse un po’ ai cavoli suoi, c’era già un primo pensiero che condividevano: il nome ‘Arashi’ era proprio da sfigati.

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