XI

Sep. 15th, 2010 03:55 pm
rosa_elefante: (Default)
[personal profile] rosa_elefante
Titolo: XI
Genere: raccolta
Pairing: nessuno
Rating: safe
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono u_u
Note: dunque, come tutti (?) sanno, oggi è l'undicesimo anniversario degli Arashi. Per l'occasione, pubblico una raccolta di undici brevi 'storie', tutte dal punto di vista di Aiba, delle riflessioni sugli avvenimenti più significativi da quando è entrato nei Johnny's, sul suo rapporto con gli Arashi in generale e con i singoli membri. Alcune informazioni sono state ricavate da interviste e video, altre sono state inventate di sana pianta XD

Non starò a dilungarmi su quello che significano gli Arashi per me. Semplicemente, quello che mi è successo con loro non mi era mai successo prima. Non potrò mai benedire abbastanza il giorno in cui ho scoperto della loro esistenza.
Buon anniversario ♥

Dopo più di dieci anni, Aiba era giunto alla conclusione che, all’interno degli Arashi, quello che faceva più paura era Jun; non è che lo facesse apposta: nonostante fosse di carattere relativamente tranquillo, Jun riusciva a essere spaventoso per il 90% del tempo.
Anche Nino, spesso e volentieri, faceva paura: era orribile sentirlo urlare con quella vocetta che si ritrovava, e il tutto peggiorava se c’erano di mezzo i suoi giochi.
Anche Sho era in grado di arrabbiarsi, e paradossalmente la sua ira faceva più paura di quella degli altri due, in quanto rara e, generalmente, più giustificata. Quando faceva irritare Sho, Aiba si sentiva mortificato e depresso per una settimana.
Nonostante ciò, per qualche arcano motivo, per i primi mesi dopo il debutto, Aiba pensava che il più pauroso fosse in assoluto Ohno. E se gli avessero chiesto il perché, non sarebbe stato in gradi di dare una risposta precisa.
Ohno era un ragazzo affascinante e dai tratti vagamente femminei, l’unico di loro che ai tempi del debutto osasse portare i capelli così lunghi. Non rideva praticamente mai, parlava raramente e sorrideva spesso con l’aria di uno che aveva ormai raggiunto la pace interiore. Per la gran parte del tempo se ne stava tranquillo e spesso con la testa fra le nuvole; diventava una persona diversa solo quando apriva la bocca per cantare e, soprattutto, quando ballava.
Non sapeva bene cosa ci fosse in lui di così pauroso. Forse era il fatto che non riusciva mai a capire a cosa stesse pensando; o forse perché aveva paura di sbagliare davanti a lui, che era così bravo. Comunque, Ohno non gli aveva mai prestato particolare attenzione, e a un certo punto Aiba si era convinto di essere riuscito a conquistarsi l’odio del senpai.
Un giorno, circa un anno dopo il loro debutto, stava passando la pausa pranzo mangiando degli onigiri portati da casa; dal momento che gli altri erano impegnati da altre parti, era da solo, e per far passare il tempo aveva tirato fuori una penna e si era messo a scarabocchiare su uno dei fazzoletti di carta in cui stava il suo pranzo.
Quando Ohno era sbucato dal nulla e si era seduto accanto lui, per poco non si era strozzato col riso; aveva fatto un cenno di saluto col capo, mentre il più grande osservava il fazzoletto pasticciato.
-Cosa stai disegnando?
-Eh?- all’inizio non aveva capito a cosa si stesse riferendo, poi aveva seguito la direzione del suo sguardo –Oh, dovrebbe essere una scimmia...
Ohno aveva sorriso con dolcezza.
-Mi piacciono le scimmie. Posso?
Aveva fatto un cenno al fazzoletto, a Aiba gliel’aveva passato insieme alla penna. Rimase ad osservare la scimmia di Ohno, mille volte più somigliante di quella che stava facendo lui. Aveva pensato che il ragazzo avrebbe potuto davvero smettere di essere un idol e dedicarsi all’arte.
-Sei bravissimo, senpai.
-Davvero?- aveva sorriso senza smettere di disegnare -Però non chiamarmi senpai, per favore.
-Eh? Ma...
-Non mi sembra di poter essere un senpai per qualcuno, e poi siamo nello stesso gruppo, non c’è bisogno di tanti formalismi.
Aiba aveva annuito, tornando a osservare il modo in cui la sua mano volava sulla carta.
-Ohno-kun?
-Mh?
-Posso farti una domanda?
-Certo.
-Perché sei diventato un idol?
L’altro aveva smesso di disegnare per guardarlo con aria stupita.
-Voglio dire... tu sei bravissimo, ma... il tuo carattere... cioè, da come ti comporti non sembra che... ooooh!
Si era messo le  mani tra i capelli rendendosi conto del fatto che stava peggiorando la situazione; per una volta era da solo con Ohno e aveva l’occasione di avvicinarsi un po’ a lui, e si era messo a dire quelle cose senza senso, ora sì che l’avrebbe odiato.
Invece, quello lo aveva spiazzato mettendosi a ridere di gusto.
-Va tutto bene, Aiba-kun! sai, in realtà penso anch’io che il mio carattere non vada granché bene per far parte del mondo dello spettacolo.
-Da-davvero? E allora perché sei entrato nei Johnny’s?
Ohno gli aveva raccontato che era entrato nell’agenzia perché sua madre l’aveva portato ai provini praticamente con la forza; inizialmente non era molto interessato, e continuava a frequentare le lezioni e a svolgere i lavori che gli offrivano solo perché lo considerava un suo dovere. Col tempo, come si era reso conto che ballare e cantare gli piaceva e gli veniva naturale, si era appassionato sempre di più, tanto da mollare la scuola per dedicarsi animo e corpo a quel lavoro. Era poi arrivato un momento in cui il suo interesse aveva iniziato a scemare: aveva raggiunto nel ballo e nel canto un livello che lo soddisfaceva  pienamente, quindi aveva deciso di dedicarsi ad altro. Proprio quando stava per informare Kitagawa della sua decisione, era arrivata la notizia del debutto.
-Quindi... nemmeno tu volevi far parte degli Arashi...
Pensava a quel punto che Kitagawa sapesse leggere nel pensiero e sapesse quantomeno prevedere il futuro: aveva dato la notizia del debutto proprio quando tre dei ragazzi stavano per lasciare l’agenzia. In qualche modo, però, Aiba non si sentiva felice: non era bello far parte di un gruppo se si sapeva che tre membri su cinque non desideravano altro che andarsene.
-E anche ora... vuoi andartene?
Aveva scosso la testa, tornando a disegnare.
-Dopo aver visto tutte quelle persone... credo sia stato così un po’ per tutti, no? Non possiamo fare altro che mettercela tutta... e poi – gli aveva nuovamente sorriso, questa volta con un’aria più timida –è davvero divertente stare con tutti voi.
Dopo quella volta, era riuscito a chiacchierare così con Ohno solo dopo circa dieci anni, durante il tour del 2009. La sera prima di un concerto si erano ritrovati in una stanza d’albergo ad aspettare gli altri per bere qualcosa tutti insieme.
Durante l’attesa avevano finito per parlare di tante cose, del gruppo, di quei dieci anni e di quanto fossero contenti di essere negli Arashi; era stata una chiacchierata diversa da quella di dieci anni prima, ma anche quella volta si erano parlati a cuore aperto. Forse era stato per il tour, forse per l’emozione del decimo anniversario, fatto sta che a un certo punto si erano ritrovati a guardarsi con i volti rigati dalle lacrime, e, a quel punto, avevano smesso di parlare.
‘Sono felice di essere qui’, era quello che pensavano entrambi.

Date: 2010-09-21 09:46 pm (UTC)
From: [identity profile] jinnypazza82.livejournal.com
Cielo, sono puccissimi ç__ç <3<3<3<3<3 Non dimentichiamoci che Toshi è stato fregato con la solita vecchia scusa dell'unit provvisoria per la world cup di pallavolo ... XD

Date: 2010-09-22 07:04 am (UTC)
From: [identity profile] rosa-elefante.livejournal.com
povero, è stato ingannato brutalmente XD

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